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5 agosto 1938: L’inizio della pubblicazione di La Difesa della Razza e la sua propaganda razzista
In concomitanza con la formulazione delle Leggi razziali, a partire dal 5 agosto 1938 inizia a essere pubblicata e diffusa su scala nazionale una nuova rivista: il suo titolo è La Difesa della Razza.
La rivista, un quindicinale, si faceva carico di comunicare e diffondere le idee razziste e antisemite del Regime fascista. Si rivolgeva alla collettività e tutte le scuole statali italiane erano obbligatoriamente abbonate al giornale.
La copertina del primo numero edito spiega sottoforma di immagine quale fosse l’idea vigente all’epoca: in questa compaiono tre figure posizionate in scala dove il gradino più basso è occupato dalla fotografia di una ragazza di colore, nel mezzo vi è una statua che rappresenta un ebreo – riconoscibile dallo stereotipo del naso adunco – , infine più in alto delle altre figure vi è una statua in stile greco-romano che rappresenta la razza italica e impersonifica i canoni di bellezza e perfezione ad essa attribuiti. A separare la razza italica da quelle inferiori compare una spada, nello specifico si tratta di un gladio che fa riferimento all’antico Impero romano tanto ammirato dal Regime fascista di Benito Mussolini. In questa copertina appare inoltre una frase tratta dalla Divina Commedia (Paradiso XVI) di Dante Alighieri, di cui fu travisato il significato per adattarlo agli ideali razzisti: «Sempre la confusion delle persone principio fu del mal delle cittade». Il direttore della rivista, Telesio Interlandi (1894-1965), aveva diretti legami con Mussolini e continuò la sua pubblicazione fino al 1943, aderendo successivamente alla Repubblica Sociale Italiana (RSI o Repubblica di Salò) e beneficiando, a guerra finita, dell’amnistia Togliatti nel 1946
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